peeling chimico

IL PEELING COME SI FA E A COSA SERVE?

I

l peeling consiste nell’applicazione sulla cute di preparazioni sotto forma di lozioni, creme o gel che hanno la capacità di danneggiare gli strati epidermici superficiali o profondi, potendo giungere fino al derma.

A cosa serve il peeling?

La finalità del pelling è quella di indurre una reazione esfoliativa più o meno forte e il successivo processo di rigenerazione tissutale. Il peeling è in grado di rimuovere strati epidermici provocando una rapida e omogenea ricrescita di essi con la stimolazione dei fibroblasti dermici.

Il peeling rende inoltre la pelle più recettiva al trattamento che andremo ad effettuare sulla cute successivamente, questo significa che si avrà un potenziamento del trattamento che sia esso medico o estetico.

Per chi è indicato il peeling chimico?

  1. Cheratosi attiniche, seborroiche;
  2. Fotoinvecchiamento (rughe);
  3. Discromie pigmentarie;
  4. Cicatrici superficiali;
  5. Seborrea, acne volgare;
  6. Rosacea, eritrosi.

Quanti tipi di peeling esistono?

  1. Peeling molto superficiale: rimuove lo strato corneo più superficiale;
  2. Peeling superficiale: crea necrosi di una parte o di tutto lo strato epidermico arrivando anche allo strato basale dell’epidermide ( esempio acido salicilico al 10-30%, acido glicolico al 30-70%, acido mandelico 50%);
  3. Peeling di media profondità: crea necrosi dell’epidermide e arriva al derma papillare (esempio acido piruvico 60%);
  4. Peeling profondo: crea necrosi dell’epidermide, del derma papillare e può arrivare fino al derma reticolare( esempio fenolo).

La profondità del peeling dipende da numerosi fattori:

  1. Il tipo di sostanza utilizzata;
  2. La concentrazione della sostanza utilizzata;
  3. Il numero dei passaggi con la sostanza scelta sulla stessa zona di pelle;
  4. La tecnica di applicazione;
  5. La preparazione della pelle nella fase pretrattamento;
  6. Il tipo di trattamento cutaneo nel periodo precedente al peeling;
  7. Il tipo di pelle della persona che si sottopone al trattamento;
  8. La zona di cute da trattare;
  9. Il tempo di posa dell’agente chimico prescelto sulla pelle.

Tenendo conto di tutte queste variabili, è naturale che qualsiasi classificazione relativa ai vari tipi di peeling non può essere espressa in modo superficiale, dal momento che con la stessa sostanza si possono ottenere su un tipo di pelle un risultato superficiale, mentre su un altro tipo di pelle un risultato medio-profondo. Su questo aspetto entra in gioco l’esperienza, la competenza del medico, condizioni indispensabili per la riuscita del trattamento.

Per la preparazione corretta della pelle è consigliabile (sempre sotto indicazione medica) l’uso di formulazioni domiciliari contenenti alfa-idrossiacidi nelle due settimane precedenti  il peeling. Questo tipo di preparazione della pelle consente di ottenere un risultato più evidente e una più rapida riepitelizzazione.

Chi desidera sottoporsi a un peeling chimico deve essere correttamente informato sulle modalità del trattamento ovvero che tipo di benefici si possono ottenere, quali sono i tempi di guarigione, quali sono i disagi che deve affrontare nel periodo post-peeling e quali sono i rischi della procedura.

Quali sostanze funzionali si usano nel peeling?

  1. Acido retinoico: è un derivato della vitamina A, in commercio lo possiamo trovare sottoforma di crema per l’acne e per l’invecchiamento cutaneo a diverse concentrazioni 0,01%, 0,025%, 0,05%. La pelle è molto sensibile all’attività farmacologica dell’acido retinoico, quindi è molto importante la scelta del dosaggio giusto per evitare l’insorgenza di dermatite da retinoidi. Il peeling dovrebbe permettere una sua più facile penetrazione e promuovere un aumento del turn-over cellulare epidermico, nonché una stimolazione del collagene negli strati papillari del derma.
  2. Acido salicilico: l’acido salicilico è poco solubile in acqua e molto in alcol; in soluzione alcolica dal 10 al 25% può essere utilizzato per peeling superficiali. Le sue indicazioni vanno dal fotoinvecchiamento all’acne papulo-pustolosa di lieve e media entità, alle ipermelanosi epidermiche, alla rosacea. L’acido salicilico rimane la sostanza cheratolitica per eccellenza.
  3. Acido glicolico: derivato dalla canna da zucchero, appartiene alla famiglia degli alfa-idrossiacidi che comprende anche l’acido lattico (derivato dal latte), l’acido malico ( derivato dalle mele), l’acido tartarico (derivato dal vino), l’acido citrico (derivato dagli agrumi). Tra tutti gli alfa-idrossiacidi, l’acido glicolico, è il più attivo perché la sua molecola è più piccola delle altre, pertanto penetra più facilmente nella pelle. È  usato in soluzioni acquose, gel, in concentrazioni che vanno dal 30 al 70% , con PH oscillante fra 0,6 e 2,75. Può essere utilizzato in tre forme :libero, tamponato o parzialmente neutralizzato; è immediatamente biodisponibile solo nella sua forma libera. Esso ha una duplice azione: diminuzione della forza di coesione tra i corneociti e aumento della quantità di collagene e glucosaminoglicani (GAG) nel derma. L’acido glicolico allontana le cellule morte dallo strato più esterno dell’epidermide, aumenta l’idratazione cutanea e  facilita la penetrazione nella cute di altri principi attivi. Esso viene usato per acne, esiti cicatriziali dell’acne, dermatite seborroica, psoriasi, cheratosi e ipercheratosi e invecchiamento cutaneo.
  4. Acido mandelico: è un alfa-idrossiacido derivato dalle mandorle, con una struttura particolare che lo rende una sostanza ad azione lenta e progressiva. L’indicazione principale al suo uso è per un peeling chimico superficiale medio che agisce senza procurare bruciore né rossore. Il principio è particolarmente attivo nella riparazione e riattivazione della pelle matura, ha proprietà antibiotiche e si rivela quindi efficace nell’acne cistica. L’esfoliazione cutanea è progressiva e non è foto sensibilizzante.
  5. Fenolo: ha una composizione molto semplice tra quelli della propria classe, quella dei composti aromatici derivati dal benzene. Il fenolo viene utilizzato in varie formulazioni, per effettuare peeling profondi. Richiede supporto anestesiologico e monitoraggio cardiaco, pressorio e ossimetrico, data la notevole tossicità della sostanza.

I peeling sono indubbiamente degli ottimi strumenti  per apportare beneficio alla pelle con patologie o inestetismi  ma devono essere effettuati da professionisti competenti nel settore.  

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