trattamenti laser

TRATTAMENTI LASER QUALE SCEGLIERE?

Come funziona il laser? Laser o luce pulsata, quale scegliere? Per chi è indicato il trattamento laser?

CENNI STORICI

I

concetti di fisica che hanno consentito la realizzazione dei laser sono molto antichi, risalgono alla fine del 1800.

Nel 1917 A. Einstein aveva posto le basi teoriche che avrebbero permesso l’invenzione dei laser. Sebbene le basi teoriche fossero state poste, mancavano ancoro le conoscenze tecniche per realizzare i laser. Fu  solo nel 1960 che venne messo a punto il Maiman ovvero il primo laser, che permetteva di produrre una radiazione monocromatica, utilizzando come mezzo attivo un cristallo di rubidio.

Nel 1963 fu il dermatologo Leon Goldman a usare per la prima volta questa tecnologia sulla pelle.

Come funziona il laser?

Il laser funziona emettendo un raggio luminoso che può essere continuo o intermittente, ma vediamolo più nel dettaglio.

Gli strumenti laser sono apparecchi in grado di emettere un raggio luminoso dalle caratteristiche particolari. La luce emessa dai laser è infatti monocromatica, coerente, collimata. Per monocromaticità si intende che la luce emessa è tutta della stessa lunghezza d’onda.

Per coerenza si intende che le onde luminose viaggiano in fase sia temporale che spaziale. Per collimanaza si intende che la luce è emessa in modo parallelo non tenendo alla divergenza.

Le componenti fondamentali del laser sono:

  1. Una sorgente di potenza in grado di eccitare gli atomi del mezzo attivo a produrre fotoni;
  2. Un mezzo attivo, che rappresenta la fonte dei fotoni. Può essere solido (alessandrite), gassoso e liquido. I suoi atomi, eccitati dalla sorgente di potenza, passano da uno stato di riposo a uno eccitato, e poi ancora, attraverso una fase di precaria stabilità, a una condizione di riposo con liberazione di fotoni;
  3. Una cavità ottica di risonanza che contiene il mezzo attivo, composta al suo interno da specchi. Essi fanno in modo che i fotoni liberati, rimbalzando avanti e indietro, eccitino a loro volta altri atomi a liberare fotoni, producendo così, con cadenza logaritmica un’enorme quantità di energia luminosa in un breve lasso di tempo.

In base alla durata di emissione i laser vengono definiti:

  • Laser a emissione continua;
  • Laser ad emissione pulsata.

I Laser a emissione continua sono caratterizzati da un raggio a energia costante, mentre i laser pulsati emettono l’energia in brevi impulsi che sono distinti e separati da un intervallo di tempo.

Questi laser vengono distinti in:

  • Strumenti a impulso lungo, se la durata è dell’ordine dei micromillisecondi;
  • Strumenti a impulso breve se l’emissione dura nanosecondi.

L’interazione tra luce laser e strutture biologiche dipende dalla lunghezza d’onda della luce, dal tempo di esposizione e dalla durata dell’impulso.

La lunghezza d’onda determina lunghezze che sono assorbite da diversi componenti della cute, i cosiddetti cromofori o molecole target ( acqua, melanina, particelle d’inchiostro). L’assorbimento dell’energia luminosa da parte del tessuto determina la conversione di quest’ultima in energia termica, con un meccanismo simile a quello con il quale il Sole riscalda la Terra, producendo la distruzione termica della struttura bersaglio o molecola target. Tale processo viene definito foto termolisi selettiva.

Il tempo di esposizione e durata dell’impulso è importante perché  la capacità distruttiva di un laser dipende anche dalla durata dell’impulso luminoso.

Una struttura biologica colpita dal laser impiega un certo tempo a cedere il calore prodotto; per tempo di rilascio termico si intende il tempo che una struttura impiega a perdere il 50% del calore accumulato. Se la durata dell’ impulso è inferiore al tempo di rilascio termico, non avremo trasmissione di calore alle strutture adiacenti. Il laser infatti può ottenere una distruzione selettiva del tessuto bersaglio a patto che il suo impulso abbia una durata inferiore al tempo di rilascio termico altrimenti l’alta temperatura incrementerebbe il danno tissutale, con carbonizzazione dei tessuti adiacenti a quello bersaglio e conseguentemente si andrebbe incontro a esiti cicatriziali o discromie evidenti.

Esistono diversi tipi di laser come quelli ablativi o non selettivi che sono i cosiddetti laser chirurgici.

LASER CO2 è considerato il più potente di tutti i laser chirurgici. È un laser a gas in cui il mezzo attivo è costituito da una miscela di CO2, elio e azoto. L’energia fortemente assorbita dall’acqua intra ed extra cellulare viene trasformata in calore che porta a ebollizione l’acqua, con passaggio dallo stato liquido allo stato gassoso. Tale passaggio causa l’esplosione delle cellule per produzione di vapore al loro interno. Il laser CO2 può funzionare in modalità continua e pulsata. La modalità continua viene riservata alle demolizioni profonde di tessuti, perché possiede proprietà di taglio molto potenti, pur determinando poco sanguinamento.

Nel campo della chirurgia estetica il laser CO2 ha soppiantato il bisturi in molti tipi di interventi come:

  1. Fibromi;
  2. Condilomi;
  3. Cheratosi attiniche;
  4. Verruche volgari;
  5. Nevi dermici ed epidermici;
  6. Xantelasmi;
  7. Iperpigmentazioni lenticolari;
  8. Rughe.

Per il trattamento non ablativo tramite laser si intende l’impiego di laser che colpiscano tessuti target selettivi come nel caso dei trattamenti vascolari, delle iperpigmentazioni, dell’epilazione o, ancora, dei tatuaggi. Sono distinti in laser macroselettivi e laser microselettivi o subcellulari.

Tra i laser macroselettivi ricordiamo i laser a diodi e laser ad alessandrite.

I laser a diodi sono apparecchiature che utilizzano sorgenti a semiconduttori che emettono radiazione a differenti lunghezze d’onda in funzione delle esigenze applicative.

I laser a diodi viene impiegato principalmente per l’epilazione, trattamenti vascolari, chirurgia vascolare e chirurgia generale.

Il laser ad alessandrite è l’ideale per l’epilazione permanente. Il principio impiegato è quello della fototermolisi selettiva, al fine di colpire le concentrazioni di melanina del pelo senza ledere i tessuti circostanti; è indicato per ogni tipo di superficie dalle più piccole alle più grandi e si impiega in abbinamento a un sistema di raffreddamento cutaneo per prevenire danni collaterali dovuti al calore e aumentare la tollerabilità del trattamento.

Tra i laser microselettivi o subcellulari ricordiamo la famosa luce pulsata.

Ottimi risultati sul ringiovanimento sono stati descritti con l’uso della luce pulsata. Si tratta di una luce policromatica che viene utilizzata con un sistema di filtri in modo da operare selettivamente su determinati target. Nel ringiovanimento del viso il meccanismo d’azione è quello di una denaturazione del collagene dermico, che porta a una catena di reazioni infiammatorie con sintesi di nuovo collagene. I manipoli di luce pulsata sono in grado di determinare un aumento effettivo di produzione del collagene detto skin tightening simile a quello generato dalla radiofrequenza. Questo avviene tramite una cessione di calore che garantisce un minore assorbimento di acqua e una maggiore penetrazione. In questo modo si provoca un selettivo riscaldamento del derma con riorganizzazione dei suoi componenti.

La luce pulsata ha dimostrato un notevole e significativo miglioramento di molteplici inestetismi come teleangectasie del viso, nevi, ipercromie, melasma, ipertricosi e rughe.

Come funziona la luce pulsata?

I fotoni di luce pulsata raggiungono gli strati più profondi del follicolo pilifero e vengono assorbiti in maniera selettiva dalla melanina. Attraverso il processo di fotodermolisi selettiva (assorbimento da parte della melanina del pelo) si determina la distruzione termica del follicolo , senza danno ai tessuti circostanti. La più moderna tecnologia utilizza tale tecnica anche per l’acne , bloccando con grande efficacia il processo di alterata cheratinizzazione a carico della ghiandola sebacea responsabile di questa patologia.

La luce pulsata è in grado di stimolare i fibroblasti, inducendo la produzione di nuove fibre collagene, che vanno a migliorare il tono delle pareti vasali, determinando il riempimento delle rughe. Il diffuso stimolo termico della luce pulsata determina la distruzione della melanina degli strati profondi dell’epidermide, favorendo un’ attenuazione delle macchie. Il vantaggio più grande della luce pulsata consiste nella vastità dei campi di applicazione e ai bassissimi rischi di effetti collaterali.

A fronte di una sempre maggiore richiesta di trattamenti medici-estetici che mirano a ottenere la risoluzione di molteplici inestetismi cutanei, la luce pulsata risulta essere un ottimo alleato per la sua rapidità di esecuzione dei trattamenti, per la sua semplicità nell’utilizzo della tecnologia da parte del professionista e il bassissimo rischio di sviluppare effetti collaterali.

Laser o luce pulsata? Quale scegliere?

Dipende. Dipende dall’inestetismo che dovete trattare e al risultato che volete ottenere. Per quanto riguarda l’epilazione il laser è più efficace e veloce perché emette una luce con un’unica lunghezza d’onda e questa viene assorbita solo dalla melanina contenuta nel bulbo del pelo, e che trasformandosi in calore lo distrugge. Quindi più il pelo è grosso e scuro più il laser sarà efficace mentre se avete peli chiari il laser non potrebbe darvi i risultati sperati. Con il laser ci vogliono meno sedute mentre con la luce pulsata si arriva anche a 20 sedute.

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